Trattato sulla musica di Arthur Schopenhauer

\”Mentre abbandonavo completamente il mio spirito all\’impressione della musica nelle sue molteplici forme, e ritornavo poi ancora alla riflessione e al corso dei miei pensieri, ebbi una illuminazione sulla sua essenza intima e sulla natura del suo rapporto imitativo col mondo … \”

Shopenhauer dedica uno spazio particolare alla musica, distinta dalle altre arti, perchè in essa non è più rintracciabile nessun riferimento al mondo concreto e il suo linguaggio è universale. Occupa un posto a se soprattutto perché costituisce la rappresentazione, non delle idee ma della stessa volontà universale, ne è diretta oggettivazione, allo stesso livello delle idee. Nei suoni Shopenhauer riconosce più gradi dell’ armonia, i gradi della volontà, la massa del pianeta e la natura inorganica. I suoni acuti, rapidi sono da considerare sorti dalle vibrazioni di un suono profondo. Il basso fondamentale è quello che si muove in modo più pesante e non è altro che il rappresentante della massa bruta: il suo salire si fa solo per grandi passaggi.

 Soltanto nella melodia la musica diventa discorso, linguaggio, non della ragione, ma del sentimento.

La musica ha il grande pregio di saper dire senza parlare, arriva al cuore degli uomini senza intermediari.

L’ effetto della musica è tanto più potente e insinuante di quello delle altre arti: “ queste ci danno appena il riflesso, mentre quella esprime l’essenza”.

Essa è un’arte cosi grande e straordinariamente magnifica, agisce cosi potentemente sull’ intimo dell’uomo, viene qui cosi completamente compresa come una lingua universale la cui chiarezza sorpassa quella dello stesso mondo intuitivo.

La Melodia… Essa narra la storia della volontà illuminata dalla riflessione, la cui impronta nella realtà è la serie dei suoi atti; ma essa dice di più della volontà, la storia più segreta, ne dipinge ogni emozione, ogni sforzo, ogni movimento, tutto ciò che la ragione sintetizza nel largo e negativo concetto di sentimento e non può più accogliere nelle sue astrazioni. La musica è il linguaggio del sentimento e della passione, cosi come le parole sono il linguaggio della ragione.

L’inesauribilità delle melodie possibili corrisponde alla inesauribilità della natura nella varietà degli individui delle fisionomie e delle vite. Il passaggio da una tonalità all’ altra affatto diversa, sopprimendo del tutto il legame con quanto procede, è come la morte, in quanto in essa l’individuo ha fine; ma la volontà che vi si manifestava vive dopo come prima, manifestandosi in altri individui, la cui coscienza tuttavia non ha nessun nesso con quello del primo.

Il godimento di tutto ciò che è bello, la consolazione che l’arte da, l’entusiasmo dell’artista, che gli fa dimenticare i travagli della vita, questo privilegio unico, che il genio ha rispetto agli altri e che solo lo indennizza del dolore cresciuto, in ugual misura con la chiarezza della coscienza e della desolata solitudine fra gente eterogenea,- tutto ciò riposa sul fatto che, l’esistenza è una continua sofferenza, in parte miseranda, in parte terribile, mentre essa soltanto come rappresentazione, puramente intuita o riprodotta dall’arte, offre, libera da tormento, uno spettacolo pieno di significato.

 

Il mondo come volontà e rappresentazione. Edizioni Bur, Biblioteca universale Rizzoli, volume 1 Trattato sulla musica. A cura di Sossio Giametta. Titolo originale: Die welts als wille und vorstellung. 1 edizione 2002.

https://www.youtube.com/watch?v=k1-TrAvp_xs

https://www.youtube.com/watch?v=vSPYFTeSmDU

https://www.youtube.com/watch?v=Gv94m_S3QDo

https://www.youtube.com/watch?v=qeHkIb7VRUM